Era una magnifica notte stellata, senza luna. Il cielo sembrava un’esplosione di luci che filtravano da chissà quale lontano angolo dello spazio.
Tutta la tensione accumulata in intensi giorni di studio matto e disperato e la paura di non ricordare neanche il mio nome, si erano dissolti magicamente all’uscita da scuola. Sorridevo stanca e provata dalla notte insonne, ma pronta a mordere avidamente l’estate ed il meritato riposo!
Così, chiusi dietro di me la porta dell’aula dove avevo appena discusso la mia maturità, salutai mia madre e mia sorella, consegnai loro tesina e libri, mi tolsi le scarpe col tacco e corsi incontro a quelle 4 scapestrate che mi aspettavano al di là del corridoio.
Anna aveva abilmente sottratto a suo padre il Maggiolone rosso fuoco decappottabile, Simona aveva provveduto alla musica, Cristina era stata nominata organizzatrice ufficiale della giornata e Francesca aveva portato spuntini, creme solari per tutte, l’immancabile macchina fotografica, informazioni sulla movida salentina ed un’inesauribile quantità di bijoux, borsette, trucchi e gossip freschi di giornata.
Eravamo raggianti, giovani, felici e con tanta voglia di vivere e nutrirci di novità. E quella fu, per antonomasia, la “nostra estate”!
Capelli al vento, occhiali da sole e Maggiolone scintillante, non passavamo certo inosservate! Da Lecce a Gallipoli cantando a squarciagola Sleeping in my car dei Roxette, Pipes and flowers di Elisa, Tunnel of Love dei Dire Straits, I’m the king of Bongo di Manu Chau, Sunday bloody Sunday degli U2 e poi ancora Cranberriers, Tina Turner, Pupo, Renato Zero e tanto altro…
Era l’11 luglio del 2001. Con me, l’ultima del gruppo, si chiudeva un ciclo e ne iniziava un altro. Noi da sempre inseparabili, cresciute insieme dai tempi del nido, vicine di casa, amiche e sorelle, ci saremmo trovate a dover combattere contro un nuovo e sconosciuto nemico: la lontananza. Si perché ognuna di noi sarebbe finita in città diverse… Sembrava quasi impossibile! Per questo avevamo fatto un patto: avremmo trascorso l’estate più bella di sempre ed avremmo evitato di parlare di settembre.
E fu davvero così…
Trascorsi l’intero pomeriggio in spiaggia, tra tuffi, tintarella, pallavolo, pedalò e gelato sotto la tettoia del bar.
Era solo un mercoledì di inizio luglio, quindi c’era poca gente in spiaggia e poche cose da fare in giro, ma noi ci sapevamo arrangiare comunque. Aspettammo che tramontasse il sole: l’enorme sfera arancione si tuffò lentamente nell’azzurro mare di Gallipoli e l’imbrunire dolce e profumato di salsedine, ci sorprese ancora in costume a giocare a ruba bandiera con i nostri amici.
La fame fu un ottimo deterrente contro le nostre solite perdite di tempo: strano a dirsi, 5 ragazze riuscirono a lavarsi, vestirsi e truccarsi in tempo record. Alle 21:15 eravamo già nel parcheggio del nostro ristorantino preferito.
Una decina di tavoli a strapiombo sul mare di Santa Caterina, ottimo pesce e piatti tipici locali, in sottofondo la voce di Nina Simone, il canto delle sirene della leggenda e lo sciabordio delle onde… e le nostre risate…
Dopo cena ce ne andammo a fare una passeggiata sul lungomare. Era davvero una serata magnifica! Non saprei dire se fosse resa tanto speciale dalla fine degli esami, dai profumi di fiori e salsedine che coloravano l’aria di mille sfumature o dal vino che ci rendeva particolarmente allegre, ma c’era un’atmosfera perfetta.
Pochi metri e molte foto dopo, arrivammo ad una rotonda sul mare, famosa per il baretto Cocopalma, dove si bevono i migliori Mojito della costa, ma celebre anche per la vista mozzafiato: è una piccola lingua di terra, bagnata su tre lati dal mare. Se ci si affaccia dal muretto della rotonda, è come se si galleggiasse sospesi sull’acqua. Ed è una sensazione stupenda.
Ad allietare i presenti, c’era un gruppo che suonava musica caraibica ed un paio di ballerini bravissimi che coinvolgevano tutto il pubblico presente, in balli e sculettamenti vari. Simona, tra tutte, era quella più portata per i balli caraibici e soprattutto per gli “sculettamenti vari”. Solitamente cercavamo sempre di coinvolgerla in eventi del genere: non perché noi non ne fossimo capaci, ma solo perché vederla ballare e ammiccare sensuale costituiva il momento più divertente della serata! Per intenderci, lei era quella che a cena ordinava fragole intere con panna, solo per il gusto di provocare i ragazzi dei tavoli vicini!
Tra un Mojito ed una bachata, ci ritrovammo giù in spiaggia, stese sulle sdraio di un lido del posto a guardare il cielo. Era molto tardi e non c’era più nessuno in giro. Solo noi 5, il mare ed i nostri pensieri.
Cosa passasse per la testa delle altre non saprei dirlo con certezza, ma so solo che ad un certo punto le lacrime cominciarono a bagnarmi il volto. Per quanto mi sforzassi di ricacciarle indietro, non vi riuscii. Senza dire una sola parola, Cristina mi prese la mano e Francesca, quasi a rispondere alla domanda di tutti, disse “Eh… in qualche modo faremo. Si cresce e si cambia, questo è normale. Ma noi… noi… siamo Noi!”.
In quel momento dal cd di Cristina, ci arrivarono le note della traccia numero 9: Nightswimming dei R.E.M.
Mi alzai di scatto dalla sdraio, mi spogliai e mi buttai in mare. Nel momento in cui Michael Stipe cantava
Nightswimming deserves a quiet night.
I’m not sure all these people understand.
It’s not like years ago,
The fear of getting caught,
Of recklessness and water.
They cannot see me naked.
These things, they go away,
Replaced by everyday.
I’m not sure all these people understand.
It’s not like years ago,
The fear of getting caught,
Of recklessness and water.
They cannot see me naked.
These things, they go away,
Replaced by everyday.
noi 5 eravamo tutte in acqua a divertirci e cantare a squarciagola e forse le lacrime avevano finalmente trovato il modo di camuffarsi tra le gocce d’acqua e l’oscurità di quella notte d’estate…